Gioco Partita Incontro 3a puntata – Nicola Colonnata

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Partiamo raccontando chi è Nicola Collonata. Sei avvocato, anche se non più praticante, ma anche tanto altro.
Si, resto avvocato ma non esercito più da circa due anni. Ho deciso di cancellarmi dall’albo per dedicarmi totalmente alla professione di Mental coach. Sappiamo tutti che dividere le energie su più fronti comporterebbe non dare il massimo con il pericolo di fare male tutto. Dopo 15 anni di libera professione, con uno studio anche ben avviato, ho deciso di cambiare per un motivo. Facevo l’avvocato per cercare di aiutare gli altri, i più deboli. L’unico problema è stato notare che i miei clienti, una volta risolto il problema specifico, dopo poco tempo ricascavano nuovamente sullo stesso errore. Ho capito che mancava qualcosa, tutto questo mi ha fatto pensare. Aiutavo le persone ma mi rendevo conto che loro non cambiavano. Nel frattempo insegnavo già arti marziali da molti anni e in questo ambiente le persone mi chiedevano un aiuto, ma diverso. Volevano cambiare, vincere determinate paure, migliorare sé stessi anche per affrontare particolari situazioni. Questo mi ha fatto prendere delle decisioni. Il mio primo corso di crescita della persona l’ho fatto quando avevo circa 20 anni, nel 1999, e parallelamente ho iniziato ad insegnare Wing Tsun Kung Fu.
Ho successivamente deciso di aprire la Mentoring Resources che ha avuto un grande successo. Questo mi ha fatto capire che dovevo proseguire su questa strada dedicandomi totalmente alla formazione personale
”.
Le arti marziali sono stati quindi importanti nella tua formazione. Spiegaci come questa disciplina possa influire sulla crescita personale.
Allora noi insegniamo che esistono 3 tesori di shaolin: Salute, Filosofia e Difesa personale. Ho sempre insegnato che non c’è gara migliore di quella fatta con noi stessi. Dobbiamo lottare per migliorarci quotidianamente. Abbiamo paura sempre di non essere all’altezza, dei giudizi degli altri.
L’aspettativa di vita è sicuramente migliore per chi opera le arte marziali.
La filosofia è legata al vivere la vita dell’attimo presente. Stiamo sempre a pensare a quello che verrà. L’arte marziale ti aiuta a concentrarsi sul presente
”.
Come sei venuto a contatto con il mondo dello sport e in particolare con il Mister Baldini?
Io sono nel mondo dello sport già prima di nascere. Lo praticavo da piccolo con mio padre, andando ad allenarmi con mio padre. Mi piace il surf, anche se non sono bravissimo in questo. Poi, come detto, ho praticato le arti marziali. Ho giocato anche a calcio nella Carrarese fino ai giovanissimi.
Uno dei miei allievi è stato Mauro Nardini, attuale allenatore in seconda del Palermo calcio che è stato anche mio allievo nel Kung Fu. Da questa conoscenza è nato il feeling con mister Baldini che subito mi ha voluto alla Carrarese Calcio. Provo un affetto sincero verso il mister perché ho visto in lui una persona di grandi valori molto simile a mio padre che ho perso anni fa. Ne sono stato subito attratto. Ho accettato di andare immediatamente nonostante il mister allenasse gratis. Ho voluto sposare il suo progetto portando la Carrarese a raggiungere i risultati più alti dal dopoguerra
”.

Guarda la clip di presentazione di Coach Nicola


Hai studiato meditazione in Nepal e India. Come può aiutare la meditazione nel mondo del Calcio?
In realtà il mio viaggio è partito molto prima e in giro per il mondo. Sono stato ad Hong Kong, Indonesia dove ho conosciuto tantissime persone speciali che mi hanno insegnato tanto. La meditazione serve a conoscersi meglio e per raggiungere i propri obiettivi. Guarda prima cosa vuoi dalla vita e poi capisci come ottenerlo. Il problema è che se non conosci te stesso non potrai mai sapere cosa vuoi dalla vita. Le persone che ho conosciuto sono veramente persone illuminate che hanno trovato la via. Ognuno di noi è al mondo per un motivo, anche solo per essere felici. Purtroppo oggi cercano di venderci la felicità in tutti modi. Il saluto dei tifosi, settimana scorsa, è stato bellissimo. Ci hanno incoraggiato a petto nudo con il freddo che c’era. Anche questa è felicità. Focalizzarsi solo sulle cose brutte che accadono nel mondo non porta a risolvere i problemi. La mente vive di attenzioni. Se la riempiamo di pensieri negativi è finita”.
Come si svolge il tuo lavoro all’interno di uno spogliatoio. Come combatti la possibile diffidenza?
La diffidenza è una cosa normale. La nostra mente si prepara per battersi o per scappare. Quando incontriamo qualcuno di nuovo, questo ci piacerà tanto più quanto sarà simile a noi. Succede, però, spesso che dopo aver conosciuto una persona in maniera più attenta qualcuno, si cambia idea.
Il ruolo del Mental coach non è psicologia, una materia che mi appassiona tanto da portarmi a studiarla per piacere personale. Il Mental Coach serve a ragionare meglio su come raggiungere determinati risultati. La crescita deve venire da dentro di noi. Io ho chiesto di conoscere la squadra ma poi ho lasciato i ragazzi liberi di venire o meno da me. All’inizio erano 2, 3, ma poi hanno iniziato ad avvicinarsi tutti. Lavoro sia con la squadra ma anche con i giocatori singolarmente
”.
Come ti spieghi la differenza di rendimento tra casa e trasferta?
Uno dei formatori con cui ho condiviso molti eventi è stato Julio Velasco un formatore straordinario. Lui ha generato una teoria nel coaching: la teoria dell’alibi. Non ci devono essere alibi altrimenti si crea un qualcosa a cui potersi attaccare. Quello invece che io faccio è cercare di far migliorare gradualmente i ragazzi in base alle loro qualità. Noi possiamo vedere 2 mila alibi ma la verità è una sola: abbiamo perso. Io, però, devo analizzare quanto visto in campo. La squadra è entrata subito in campo con determinazione, sin dal primo minuto. Io non faccio il tifoso, non faccio l’allenatore anche se ovviamente mi sento coinvolto al 100% sulle dinamiche rosanero. Tra l’altro mio padre ha fatto il militare a Palermo e ha giocato alla Favorita con la squadra dell’esercito. Quando ho raccontato a mia zia che sarei venuto qui, si è messa a piangere.
Detto ciò, io non ho il ruolo che ha mister Baldini, io devo analizzare come sono entrati in campo i giocatori, quanto hanno corso, l’impegno che hanno messo sin dal primo minuto. Il risultato è stato negativo, evidentemente c’è ancora da lavorare guardando al futuro
”.

Guarda l’intervento di Coach Nicola


Nella carriera di un calciatore arriva un momento in cui riesce tutto. Brunori sembra in questo momento, cosa ne pensi?
Io vedo Matteo come un grande professionista. Ogni giocatore ha vissuto questo momento, essere On Fire. Cosa posso fare io? Cercare di far concentrare il giocatore cercando di riportarlo in quella situazione: come mangiava, come dormiva, come stava, cosa faceva. Chiunque di noi se vive in maniera sconsiderata è normale che possa uscirne più stressato a causa del tanto cortisolo creato.
Se un giocatore riuscisse ad entrare nello sto mentale che lo ha portato a rendere ad altissimi livelli, magari non renderà fisicamente come quando era più giovane ma a livello di impegno, di carattere e di qualità si. Penso sia tutta una questione mentale
”.
Come puoi aiutare noi tifosi che passiamo continuamente da momenti di euforia a depressione.
Io sono a disposizione di tutto il team Palermo. Siamo tutti utili allo stesso modo, tifosi compresi. Se il tifoso sta bene, migliora il tifo e la squadra renderà di più. Quando eravamo piccoli ci dicevano di contare fino a 10 prima di fare qualsiasi azione. Ovviamente questo non basta per cancellare la rabbia del tifoso. Noi però scegliamo di stare a pensare alla sconfitta oppure cercare di guardare avanti. Noi siamo il risultato delle cose più brutte che accadono nella nostra vita. È in questi momenti che capisci per cosa val la pena lottare, combattere. In alcuni parti della Cina insegnano che quando un vaso si rompe c’è la possibilità di rimetterlo insieme mettendo dell’oro nelle fratture diventando più prezioso di prima. Quanto parlo con i ragazzi dico questo. Ti fa rabbia la sconfitta? Usala per reagire e fare meglio la prossima volta”.

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