Gioco Partita Incontro 2a puntata – GIANLUCA BERTI

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Nuovo appuntamento con Marco Capone e con “Gioco, partita, incontro”. Nella seconda puntata è intervenuto Gianluca Berti, storico ex portiere rosanero a cavallo tra gli anni 90 e gli anni 2000, che non ha nascosto la sua emozione nel parlare dei suoi anni a Palermo.


Ci sveleresti alcuni lati del carattere del mister Silvio Baldini, visto che in conferenza sembra sempre molto calmo?
Il mister è così, ma quando è nello spogliatoio si fa rispettare, ve lo posso assicurare. Tra l’altro l’ho sentito poco tempo fa. Ha le sue idee ed è carico. Spero possa portare il Palermo dove merita, perché questa Serie C è un inferno”.
Hai avuto modo di vedere il Palermo?
Ho visto l’ultima partita, una grande prestazione. Ho visto una netta crescita. Spero diano continuità, perché c’è una grande differenza tra Palermo alla Favorita e in trasferta. Per fare un campionato di grande livello bisogna fare una sferzata in trasferta, perché le altre corrono. Mi auguro che con la cura Baldini si possano replicare i risultati in casa anche in trasferta”.
Dove può arrivare questo Palermo?
È normale che quando sei dietro devi correre più degli altri. Il Bari ha perso il suo vantaggio, quindi il Palermo deve mettere la quinta come le altre inseguitrici. Bisogna piazzarsi più in alto possibile per trarre vantaggi dagli spareggi. Se hanno questo piglio e questa determinazione si possono fare grandi cose anche a Francavilla, dove non sarà una partita facile”.

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Raccontaci le tue esperienze in rosanero, tra il Palermo dei picciotti e quello che conquistò la Serie A
La prima volta che sono venuto a Palermo avevo anche altre squadre che mi cercavano più vicine a casa mia, a Firenze. Ma son voluto venire a Palermo in tutte le maniere. Ero entusiasta della città e dei tifosi. Era un ‘piccolo’ Palermo, ma c’era una squadra che non mollava mai, pur non essendo forti come la squadra del 2004. Un gruppo straordinario, che aveva voglia di misurarsi con le altre e fu un annata fantastica. L’anno della promozione mi volle Baldini che mi aveva avuto ad Empoli e sapeva che cosa potevo dargli. Quando mi disse andiamo a Palermo non vedevo l’ora perché sapevo si potesse fare un’impresa. Ogni volta che ricordo quell’anno mi viene la pelle d’oca e mi emoziono”.
Baldini è diretto e sincero. Quanto è importante per un calciatore?
Quello che ti deve dire te lo dice in faccia, davanti a tutti. È sanguigno e va diretto al problema. A me piace perché sono altrettanto così. Infatti c’è un grande legame tra di noi”.
La conferma di Pelagotti tra i pali, dopo un periodo non brillante, è stata una scelta di Baldini. È molto importante la fiducia in questi casi?
È fondamentale: quando un mister ti dà fiducia così come lo spogliatoio in un momento difficile, ti viene la voglia di rivalsa e dimostrare il tuo valore. Spero che possa essere un po’ più tranquillo. Me lo auguro per lui e il Palermo”.

Rivedi il video omaggio a Gianluca Berti


Quale parte della città hai amato di più?
Ho amato tutto, vivevo a Mondello ma andavo in giro per tutta la città. Quando i tifosi mi riconoscevano era sempre una festa. Amavo mangiare il pesce. Tra poco tornerò a Palermo per venire a trovare il mister”.
Ti piacerebbe tornare al Palermo da dirigente?
Sarebbe la ciliegina sulla torta. Mi auguro un giorno si possa avverare”.
Cosa ci puoi raccontare di quella giornata storica, il 29 maggio 2004?
C’era una città in festa. Sembrava che i tifosi ci portassero a spalla allo stadio. Era impossibile non vincere quella partita, perché c’era un trasporto incredibile. Quella serata lì non la dimenticherò mai”.
Zamparini ti volle per quella annata. Che ricordi hai?
Il presidente era sanguigno. A Empoli ero a casa mia, in A, ero pure il capitano, baldini mi voleva a tutti i costi. E quando Zamparini mi chiamò pur di venire a Palermo mi scontrai con l’Empoli. Il presidente era schietto, molto criticone ma ti voleva star bene”.
Parlaci di Nicola Valente e Samuele Damiani, che hai avuto a Carrara proprio con Baldini
Quando ero a Carrara, vidi in tv la Sambenedettese con quel terremoto sulla fascia che era propri

Trascrizione di Aldo Sessa

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