Gioco-Partita-Incontro: 1a puntata – Fabio Agnello
2 min readDurante la prima puntata di “Gioco, partita, incontro” con Marco Capone è intervenuto Fabio Agnello, “Iena” di professione ma con il cuore rosanero.
È iniziata la nuova stagione delle Iene? Quanto è ti mancato il programma?
“Quando andiamo in pausa ci riposiamo ma quando entri nel meccanismo delle Iene è difficile fermarti. Anche quando rientro a Palermo per le feste, è sempre l’occasione per ricevere segnalazioni, visto che da noi non mancano i problemi. Così le vacanze diventano parte del lavoro”.
Vuoi raccontare come sei arrivato alle Iene?
“Sicuramente il merito è di Marco Capone. Dopo la realizzazione di un’inchiesta per Masterlex (giornale di cui Capone era direttore) sono stato contattato da Davide Parenti, il ‘papà’ delle Iene. Praticamente con lo stesso servizio che era andato su internet un paio di settimane prima vado in onda la domenica già da ‘iena’. Ed ero stato convocato appena il giovedì! È stato tutto folle”
Come è stata l’esperienza di “Incastrati”? Come ti sei comportato da attore?
“Bisognerebbe chiedere a Ficarra e Picone. Hanno inventato questi personaggi, dei mafiosi che devono vivere alla giornata e fanno chi il pescivendolo, chi il falegname. Io facevo lo studente di giurisprudenza che doveva dare l’ultima materia. Potere fare questa esperienza con salvo e valentino è stato una grande soddisfazione”.
Pre Derby del cuore: hai realizzato il sogno di tutti i tifosi rosanero, giocando al Barbera
“È stato davvero un sogno giocare con Corini, Santana, Sorrentino, oltre tanti amici del mondo dello spettacolo. Mi sono state fatte le proposte più incredibili da parte degli amici pur di giocare allo stadio. Nonostante la grandine e il freddo, ma tanta era l’emozione e l’adrenalina che mi sono trovato a rincorrere gente che ha fatto la Serie A, tipo Baiocco o Tedesco. Ero contento come un bambino”.
Ieri tonfo a Foggia: cosa ti aspetti da questo campionato? Le premesse erano altre.
“Le premesse erano altre ed è obiettivo che ci siano delle difficoltà, ma le sensazioni sono buone. A parte il risultato di ieri, venivamo da una vittoria e una parentesi seppur breve con Baldini dove si era visto qualcosa di positivo. La partita con la Juve Stabia sembrava aver dato fiducia. Dobbiamo ripartire da questo, anche se sappiamo che Palermo è una piazza esigente giustamente. Ci sono playoff, dobbiamo puntare a questi e pregare”.
Chi sono il tuo allenatore e il tuo giocatore del cuore del Palermo?
“Difficile scegliere il giocatore più amato. Forse Corini, che rappresenta un’epoca e un’istituzione. Ma ce ne sono tanti Amauri, Miccoli (nonostante i suoi problemi ci ha regalato tanto). Uno che ho nel cuore è anche Daniele Di Donato, uno che ci metteva anima e corpo. Tra i mister senza dubbio Delio Rossi, che ci ha regalato grandi emozioni, con gli anni d’oro e quella finale. Ma soprattutto per il gioco che si è visto, supportato anche da una squadra fortissima”.